Aspettando Mango: Comunicazione (parte 4)

Quattro appuntamenti sull’argomento Comunicazione e ancora molto di cui parlare. Questa volta discuteremo sulle capacità “Speech-To-Text” e “Text-To-Speech” di Windows Phone. Chi di voi ne ha uno e ha provato almeno una volta ad usare i comandi vocali per comporre una chiamata, avrà sicuramente avuto una piacevole impressione della qualità del sistema di riconoscimento vocale, dell’OS di casa Microsoft. TellMe, la tecnologia che pulsa sotto la veste grafica curata e minimalista di Windows Phone, regala sicuramente un’esperienza piacevole nell’uso della voce come strumento di input per il vostro dispositivo mobile.

Personalmente, ho trovato l’approccio offerto da Microsoft piuttosto naturale. “Chiama Mario a lavoro” è una frase scorrevole e naturale, non trovate? Ancora una volta, nell’implementare una feature a lungo presente in altri sistemi mobile, come Android, il team di Windows Phone ha lavorato sodo per regalare ai propri utenti un’esperienza unica.

Nel prossimo video vedremo le capacità Speech-To-Text e Text-To-Speech in azione e se, come me, avete un Windows Phone tra le mani, non vedrete l’ora che arrivi il giorno in cui Mango sia finalmente disponibile per il vostro dispositivo.

Voice-To-Text funziona sia per i messaggi di testo sia per quelli istantanei, ed è utile in tutti in quei momenti in cui si hanno le mani impegnate, o semplicemente se si è troppo pigri per prendere il telefono in mano. Bill Pardi, nel suo post su Windows Phone Blog, racconta della sua esperienza con Windows Phone Mango. Mentre si trovava alla guida della sua auto, suo figlio gli invia un sms e la “conversazione” procede più o meno così:

WP: [la musica si interrompe] Hai un sms da Cody Pardi. Puoi dire leggi o ignora.

IO: Leggi.

WP: “Quando torni a casa?” Puoi dire rispondi, chiama o ho finito.

IO: Rispondi.

WP: Di il tuo messaggio.

IO: “In circa 20 minuti”.

WP: [Il telefono trascrive e ripete il messaggio] Puoi dire invia, riprova o ho finito.

IO: Invia. [la musica riparte].

Affascinante vero? E fortunatamente questa funzione dovrebbe essere disponibile anche per i terminali italiani.

Le capacità della tecnologia TellMe sono indubbiamente notevoli e di ottima qualità, ma la sua l’implementazione nell’OS di Microsoft ha il suo rovescio della medaglia: il servizio di riconoscimento vocale utilizza la potenza di calcolo offerta dal “cloud computing”. Lo svantaggio di tale approccio è sicuramente la necessità di una connessione dati attiva ogniqualvolta si voglia ricorrere a tale servizio. D’altro canto, i vantaggi che una simile architettura comporta sono meno evidenti ma indubbiamente importanti: dal momento che i calcoli necessari per il riconoscimento vocale non sono banali, appoggiarsi al “cloud computing” per non consumare troppa batteria è una valida soluzione, inoltre, a detta di Microsoft, il servizio è in grado di auto-apprendere. Più lo si utilizza e migliore sarà la qualità del riconoscimento vocale insomma.

Tutto sommato, la dipendenza da connessione dati, per quanto in Italia gli operatori mobili ci “regalino” piani tariffari vagamente decenti, il target di uno smartphone di questo tipo è sicuramente un’utenza dedita al web e al social networking, utenza per la quale un piano tariffario dedicato per internet è praticamente un obbligo.



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